"Il nostro modo di lavorare? All'inizio è giusto curare maggiormente i fondamentali rispetto alla tattica. Vogliamo che i nostri ragazzi siano pronti al momento giusto"
La vittoria dei Piccoli Amici alla Coppa Città di Alassio ha rappresentato la giusta occasione per tracciare un primo bilancio insieme a Simone Rattalino, responsabile del Settore Giovanile dell'Albenga.
Il successo alassino ha riempito d'orgoglio il dirigente e tecnico bianconero, anche se i parametri di valutazione dei primi mesi della stagione in corso si basano su fattori diversi rispetto ai semplici risultati.
"La vittoria di ieri a cui ho assistito in prima persona rappresenta una bellissima soddisfazione per i ragazzi di mister Di Bari, autori di un torneo a dir poco convincente. Giocare all'interno di un palazzetto cambia molte cose, anche a livello tecnico, ma la capacità di adattamento della squadra testimonia il buon lavoro svolto fino ad oggi".
Bilancio positivo quindi?
"Direi proprio di si, soprattutto per il grande impegno che tutti gli allenatori e i dirigenti hanno saputo dimostrare da inizio settembre. La mia riconoscenza va indistintamente a tutti i tecnici: ognuno di loro ha saputo infatti dare la propria impronta all'interno di un percorso comunque condiviso".
Su quali linee guida si basa il vostro progetto tecnico?
"Nell'età più tenera lavoriamo molto sulle basi: controllo palla, conduzione e trasmissione della palla sono fondamentali. Oggi giorno ci capita purtroppo di vedere ragazzi anche di 17-18 anni ancora in difficoltà sotto questo aspetto e recuperare determinate lacune così tardi può rivelarsi estremamente difficoltoso. Lo vediamo ad esempio in tante occasioni relativamente alla marcatura a uomo: la zona ha preso il largo, ma è giusto proporre ai ragazzi il più altro spettro di alternative, richiamando anche alcuni concetti che magari al giorno d'oggi sono passati in secondo piano. Tattica? Inizialmente poca. Preferiamo che i ragazzi sappiano stoppare correttamente un pallone, piuttosto che esibirsi in diagonali perfette alla tenera età di 8-9 anni".
L'esperienza dal punto di vista personale cosa le sta regalando?
"Tante cose, tante sensazioni. Si ha a che fare con un gruppo di lavoro ampio e variegato, senza dimenticare il mio impegno con la Juniores. Personalmente sono molto soddisfatto di questi primi mesi e nutro in me la speranza di poter continuare nel prossimo futuro con il medesimo entusiasmo. Colgo l'occasione per ringraziare anche Roberto Belvedere: pur essendo il direttore sportivo della prima squadra non sta lesinando sforzi anche all'interno del Settore Giovanile. Speriamo nei prossimi anni di ricambiare il suo impegno con più di un giocatore pronto a sbarcare all'interno della rosa della Prima Squadra".
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